COMUNICATO STAMPA
Pronto a partire il Biodistretto dell’Appennino Bolognese
Il progetto che punta alla creazione di un nuovo modello
di economia sostenibile in montagna al centro di un incontro online
La Regione assicura il suo sostegno, aprendo alla possibilità di una legge specifica “I biodistretti importante opportunità di sviluppo per i territori montani”
Bologna, 25 febbraio 2021 – Il Distretto biologico dell’Appennino bolognese è pronto a partire. Dopo la costituzione in settembre del Comitato promotore sono stati presentati oggi i temi su cui si sta lavorando, durante un incontro online che ha visto la partecipazione di circa 200 tra agricoltori, allevatori, istituzioni, studiosi ed esponenti di altri biodistretti d’Italia. L’obiettivo è quello di creare una nuova economia circolare e sostenibile in montagna lavorando su temi come grani evolutivi, latte fieno, ortofrutta, vigneti montani, erbe officinali, castagne e apicoltura, presentando proposte e progetti concreti con gli agricoltori bio, le università e le organizzazioni economiche del territorio, per attivare al più presto l’operatività sperimentale sul territorio. Un progetto che partirà concretamente entro l’estate e a cui gli assessori regionali Barbara Lori (Montagna) e Alessio Mammi (Agricoltura) hanno assicurato il sostegno della Regione.
Una vocazione innata. L’incontro è stato organizzato dal Comitato promotore del Distretto Biologico dell’Appennino bolognese, costituito nel settembre scorso, e dal GAL. Il modello dei distretti biologici punta a sviluppare un’agricoltura avanzata nei territori montani, tradizionalmente ricchi di biodiversità e vocati a produzioni di qualità. Un tesoro fatto di piccole e medie imprese tradizionalmente portate a un’agricoltura sostenibile: uno studio di fattibilità ha evidenziato infatti che già oggi il 33% delle superfici agricole è coltivato con tecniche biologiche certificate, mentre in alcuni comuni la percentuale raggiunge addirittura il 75%. Il biodistretto ha l’obiettivo di valorizzare le specificità locali riportando in montagna la lavorazione e la trasformazione dei cibi prodotti sul territorio, contribuendo così a creare un’economia, e anche una cultura, di comunità. Lasciando il valore sul territorio e favorendo la nascita di piccole realtà di trasformazione.
L’impegno della Regione e dei promotori. “Siamo a favore dei biodistretti e disponibili a promuovere un provvedimento che ne definisca le caratteristiche e i parametri, perché si possano identificare determinati territori con la qualità ambientale e la sostenibilità che esprimono. Sono convinto – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – che sia soprattutto un’occasione di sviluppo per la nostra montagna. La Regione del resto sta favorendo già da tempo il riconoscimento di veri e propri distretti bio: puntiamo a superare il 25% di produzioni bio e confermeremo la volontà di prorogare i bandi del Programma di sviluppo rurale nel biennio di transizione, promuovendone uno nuovo già nel 2021”.
“Il Biodistretto rappresenta un’importante opportunità di sviluppo e valorizzazione delle produzioni e dei territori montani – afferma l’assessore regionale a Montagna, parchi e forestazione, Barbara Lori – Si tratta di una vera e propria occasione per costruire un volano di sviluppo sostenibile. Purtroppo esiste una situazione normativa complessa che dobbiamo superare a livello regionale con norme ad hoc, nell’ottica di un’idea di sviluppo che tenga conto dell’importanza delle filiere biologiche e la loro integrazione con altre filiere connesse, come turismo e artigianato”.
“Il progetto del Distretto biologico è un aggregatore di buone intenzioni e buone pratiche, che punta a riportare valore in montagna creando un’economia circolare su questi territori, diventando quindi un motore di prosperità per tutta la comunità – ha spiegato Lucio Cavazzoni, presidente del Comitato promotore del Biodistretto dell’Appennino bolognese – Le tecnologie digitali del resto oggi consentono di avere competenze diffuse sul territorio senza obbligare le persone a concentrarsi in grandi centri di produzione. Così riusciremo a mantenere alto il know how e preservare le specificità di queste vallate”.
“Il percorso verso il Distretto biologico dell’Appennino bolognese, voluto e avviato dal GAL nel 2019, sta avvicinandosi rapidamente al traguardo finale della costituzione nel corso dell’estate 2021 – dichiara Tiberio Rabboni, presidente del GAL Appennino bolognese – La decisione di insediare un Comitato promotore, a cui hanno, fin qui, aderito oltre 120 portatori di interesse, presieduto da Lucio Cavazzoni, si è rivelata la scelta vincente, come confermato peraltro dal vasto interesse suscitato dal convegno odierno. Va ora portato a termine il lavoro di individuazione delle produzioni appenniniche biologiche di alta qualità e naturalità, ovvero il ‘cibo della salute’, e le azioni necessarie per sviluppare e radicare sul territorio le correlate filiere integrali”.
Le aree di intervento. I temi cui si sta lavorando sono diversi, e in 2-3 mesi grazie alla collaborazione di vari dipartimenti universitari porteranno alla stesura di modelli produttivi e distributivi replicabili nelle diverse vallate dell’Appennino. Si va dalla rivalutazione delle tipologie evolutive di grani antichi alla promozione del latte fieno prodotto alimentando gli animali soltanto con foraggio, dallo sviluppo e dalla valorizzazione dei prodotti tipici dell’ortofrutta e della viticoltura di montagna fino alle castagne a all’apicoltura. Il Biodistretto porterà dunque alla creazione di una rete che unisca produttori, agricoltori, istituzioni e commercianti per una nuova economia di montagna, innovativa e sostenibile.
Per informazioni:
https://progettodistrettobio.bolognappennino.it | www.bolognappennino.it